L’export campano a rischio a Causa dei Dazzi secondo Ditto

Di Paolo De Leo

Dazi USA, l’imprenditore Ditto: “Sospensioni non cancellano il rischio di crollo per l’export campano.”

L’imprenditore: “Servono fondi di salvaguardia, una ‘protezione civile economica’ e un nuovo modello di contrattazione collettiva verso l’estero

NAPOLI – “Ha ragione Christine Lagarde quando diche che, nel mondo interconnesso, l’aumento delle tensioni commerciali è dannoso per la crescita e il benessere globali”. Lo sostiene l’imprenditore Enrico Ditto voce storica del mondo della formazione e profondo conoscitore del tessuto produttivo campano che, ammonisce, rischia “di essere colpito duramente dalle nuove politiche tariffarie adottate dagli Stati Uniti. La sospensione della misura non cancella il rischio di dure ripercussioni in futuro per il nostro territorio.

Ed è per questo che abbiamo bisogno di gesti forti e che ancora una volta facciano della Campania un modello da seguire“.

Enrico Ditto lancia un duplice appello: “Da un lato si accoda al governatore campano Vincenzo De Luca nella richiesta di un dialogo serio tra Italia e Stati Uniti, dall’altro sottolinea la necessità di attrezzare la Regione Campania con strumenti concreti e strutturali per fronteggiare i futuri shock dell’economia globale.

I dazi andrebbero a colpire in modo selettivo ma chirurgico proprio quei comparti che rendono la Campania un’eccellenza nel mondo: agroalimentare, farmaceutico, automotive. È impensabile affrontare crisi di questa portata con la sola logica dell’emergenza, una sirena d’allarme che si accende o si spegne a seconda dell’umore del Trump di turno. Occorre una risposta sistemica, stabile, programmata”, afferma Ditto.

Ditto propone la creazione immediata di un fondo di salvaguardia regionale per i comparti produttivi strategici, “un meccanismo che garantisca liquidità alle imprese colpite da dazi, barriere commerciali, guerre valutarie o instabilità internazionale, salvaguardando così posti di lavoro, filiere e interi territori”.

Ma l’imprenditore guarda anche oltre l’attualità e rilancia un’idea innovativa: “Serve costruire un modello di contrattazione collettiva verso l’estero coordinata dai consorzi DOP e IGP insieme alla Regione. Un modello che non lasci soli i produttori a negoziare sui mercati internazionali, ma che li presenti come sistema, in modo coeso e strategico. Non è fantasia: in Europa esperienze simili esistono, e noi abbiamo tutto per diventare un esempio virtuoso”.

Nel nostro Sud – aggiunge – quando cade un’azienda, non crolla solo un bilancio: crolla un quartiere, una famiglia, una scuola. Per questo occorre un piano di autoprotezione economica, una ‘protezione civile economica’, che la Regione può e deve attivare nei propri limiti costituzionali ma con grande coraggio politico”.

Infine, Ditto, come già auspicato da De Luca, invoca una ripresa decisa del dialogo istituzionale: “Occorre riaprire un canale autorevole tra Italia e Stati Uniti, ma anche tra Europa e Stati Uniti. In questo momento serve una prova di unione comune tra Paesi, che ridarebbe fiducia anche ai cittadini europei, oggi attraversati da una profonda sfiducia nei confronti delle istituzioni comunitarie”.

Se il mondo cade a domino – conclude Ditto – la Campania deve essere il tassello che regge. Ma per farlo servono visione, coraggio e strumenti. E servono subito”.

L’imprenditore: “Occorrono fondi di salvaguardia, una ‘protezione civile economica’ e un nuovo approccio alla contrattazione collettiva internazionale

NAPOLI – “Christine Lagarde ha perfettamente ragione quando sottolinea che, in un mondo sempre più interconnesso, l’aumento delle tensioni commerciali rappresenta un grave ostacolo per la crescita economica globale e per il benessere collettivo”. A sostenerlo con forza è l’imprenditore Enrico Ditto, una figura di riferimento nel settore della formazione e profondo conoscitore del tessuto produttivo campano. Ditto avverte che la Campania, cuore industriale e culturale del Sud Italia, rischia “di subire pesanti conseguenze dalle nuove politiche tariffarie promosse dagli Stati Uniti. La momentanea sospensione di queste misure non elimina il rischio di futuri impatti negativi, che potrebbero colpire duramente il nostro territorio”.

“È proprio per questa ragione che occorrono azioni decise e strategie che ancora una volta trasformino la Campania in un modello di eccellenza da cui prendere ispirazione”, sottolinea Ditto.

L’imprenditore lancia un appello chiaro e articolato: “Da una parte si unisce al governatore campano Vincenzo De Luca nella richiesta di un dialogo serio e costruttivo tra Italia e Stati Uniti; dall’altra richiama l’attenzione sull’urgenza di dotare la Regione Campania di strumenti concreti, strutturali e innovativi per affrontare le possibili crisi economiche globali del futuro”.

Le tariffe doganali e le barriere commerciali rischiano di colpire in maniera mirata e devastante proprio quei settori che rendono la Campania un simbolo di eccellenza a livello internazionale: agroalimentare, farmaceutico e automotive. È impensabile affrontare emergenze di questa portata con interventi occasionali e reattivi, come una sirena che si attiva e si spegne a seconda delle decisioni politiche di qualche leader mondiale. Servono risposte organiche, stabili e attentamente pianificate”, afferma Ditto con determinazione.

Tra le proposte dell’imprenditore spicca l’istituzione immediata di un fondo di salvaguardia regionale dedicato ai settori produttivi strategici: “Un fondo capace di garantire liquidità alle imprese che potrebbero risentire di dazi, guerre valutarie, instabilità geopolitiche o barriere commerciali, proteggendo così non solo i posti di lavoro, ma intere filiere produttive e le comunità territoriali connesse”.

Ditto, tuttavia, non si limita al presente e propone una visione proiettata al futuro: “È indispensabile costruire un modello innovativo di contrattazione collettiva internazionale, coordinato dai consorzi DOP e IGP in collaborazione con la Regione. Questo sistema dovrebbe unire e rappresentare i produttori locali sui mercati globali in modo strategico e coeso, evitando che affrontino da soli le sfide della globalizzazione. Non si tratta di un’utopia: in Europa esistono già modelli simili, e il nostro territorio possiede tutte le risorse per diventare un esempio virtuoso da seguire”.

Nel Mezzogiorno – continua Ditto – quando un’impresa fallisce, non si tratta solo di un danno economico: si sgretola un intero tessuto sociale fatto di famiglie, scuole, comunità e relazioni. Per questo, urge un piano di autoprotezione economica, una sorta di ‘protezione civile economica’, che la Regione Campania può e deve implementare, rispettando i limiti costituzionali ma dimostrando un grande coraggio politico”.

Infine, Ditto ribadisce, in linea con quanto già affermato da De Luca, la necessità di rilanciare un dialogo istituzionale forte e autorevole: “È fondamentale riaprire un canale di confronto stabile non solo tra Italia e Stati Uniti, ma anche tra l’Unione Europea e gli USA. In questo momento storico serve un segnale di unità tra i Paesi, che possa restituire fiducia ai cittadini europei, spesso delusi e disillusi nei confronti delle istituzioni comunitarie”.

Se il mondo rischia di cadere come un domino – conclude Ditto – la Campania deve rappresentare il tassello che resiste. Ma per farlo, sono necessari visione, coraggio e strumenti adeguati. E dobbiamo agire subito”.

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