Di Paolo De Leo
“Extra omnes”: fuori tutti.
Questa è la formula che dà inizio al Conclave, il rito in cui i cardinali, riuniti nella suggestiva Cappella Sistina, eleggono il nuovo Papa.
Secondo quanto stabilito dalla Universi Dominici Gregis, il Conclave – dal latino “cum clave”, cioè “chiuso a chiave” – inizia ufficialmente tra il 15° e il 20° giorno dopo la morte del Papa. In questo caso, il periodo sarà tra il 6 e il 10 maggio.
“Come annunciato ufficialmente, Sua Santità Papa Francesco è entrato nella vita eterna questa mattina alle ore 7:45”. Così recita la lettera di convocazione alla prima Congregazione Generale, firmata dal decano del Collegio Cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re. Nella lettera si precisa che “in conformità al n.19 della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, convoco formalmente i cardinali elettori alle Congregazioni Generali del Collegio Cardinalizio, previste durante la vacanza della Sede Apostolica e in preparazione al Conclave”.
Attualmente, gli aventi diritto al voto sono 135, sebbene non sia esclusa la possibilità di concessione di deroghe, come avvenuto in passato. Possono partecipare al Conclave i cardinali di età inferiore agli 80 anni. Dei 253 cardinali totali, 140 appartengono a questa fascia di età.
Durante il Conclave, i cardinali elettori risiedono presso Casa Santa Marta, una tradizione introdotta nel 2005. Qui è loro severamente vietato l’uso di dispositivi elettronici o qualsiasi comunicazione con l’esterno. Vivono una rigida vita comunitaria, condividendo i pasti in un salone comune, con un unico piatto servito sia a pranzo che a cena. Queste regole, sebbene aggiornate nel corso del tempo, richiamano quelle dei primi Conclavi, il cui inizio risale al 1270.
I cardinali indossano un abito rosso con una sopraveste bianca, il rocchetto. Completano l’abbigliamento la mozzetta, una corta mantellina sulle spalle, e la berretta, un copricapo squadrato con tre alette rigide e un fiocco in cima.