Il Presidio dell’ Agro e la bruttezza che non c’ è

Il Presidio dell’ Agro e la bruttezza che non c’ è

di Anna Di Vito

La trasmissione di Rai 3 Il PRESIDIO, condotta e costruita dal giornalista romano Claudio Camarca, non è piaciuta ai cittadini dell’ Agro Nocerino Sarnese e della provincia di Salerno. La puntata di sabato 15 marzo in seconda serata trattava, come in altre puntate, le problematiche legate alla criminalità organizzata locale e le relative e opportune azioni di polizia da parte dello Stato e degli organi competenti dell’ Arma dei Carabinieri. Ma il format è stato poco brillante, aveva toni demonizzanti e demolitori, poco addentrato com’ era il conduttore nella realtà territoriale, troppo attento soltanto all’ enfasi dell’ attività dell’ Arma e degli organi dello Stato, senza un minimo di approfondimento delle realtà del contesto sociale e politico del territorio, poco obiettivo, poco equilibrato. E questo la gente dell’ Agro lo ha notato. Un Agro e una Provincia di Salerno sovente bistrattate, trattate come la sala d’ attesa dei Paesi Vesuviani. Un contesto di una provincia salernitana, al confine con il napoletano di cui troppo spesso vengono ignorati intenzionalmente le fulgide e brillanti voci di progresso culturale e sociale, che sono miriadi, fino all’ entroterra Amalfitano. Un territorio carico di storia, speranze, progettualità culturale ed intraprendenza imprenditoriale, di vitalità e fermento politico, di progresso civile.

Un pezzo di territorio libero dalle logiche camorristiche se non in quella marginale misura tenute sotto controllo dall’ autorità giudiziaria e delle sue diramazioni. Una narrazione, quella trasmessa sabato da Camarca, superficiale, ” arrangiata” come la definisce Salvatore Forte, esponente politico di Nocera Inferiore, alla ricerca ansiosa di una forzata spettacolarizzazione per il fine ultimo di enfatizzare l’ operato dell’ Arma dei Carabinieri, format su cui si innesta il programma, ma non può essere un alibi giustificabile. A parere della scrivente, discretamente addetta ai lavori, seppur meno anziana del collega romano, un’ inchiesta non può omettere, anche sinteticamente, ma incisivamente, le altre dinamiche territoriali, non può ignorarle e liquidarle come inutili o non utilizzabili, altrimenti diventa soltanto un racconto di fantasia, non una cronaca di inchiesta.

 E da come sono state condotte le altre puntate in altri territori, pare che anche altrove non si sia dato alcun peso al contesto sociale territoriale. Ma nella provincia di Salerno la gente però non tace. Altro che omertà, caro Camarca, altro che la bruttezza genera orrore. Non essendoti informato sulla bellezza, come puoi offrire un servizio reale della bruttezza territoriale? Forse perché sei in Rai supponi di poter narrare sorvolando sul fare bene un’ inchiesta? 

Riportiamo alcune tra le autorevoli riflessioni di alcuni voci locali dell’ Agro riguardo alla trasmissione.

Giovanni D’ Alessandro Consigliere di opposizione di Nocera Inferiore oltre che Professore Universitario di Diritto Costituzionale e Pubblico all’ Università Cusano di Roma afferma 

“Si è trattato di una narrazione sensazionalistica. Per fare notizia a ogni costo. Ma, per nostra fortuna, Nocera e l’Agro tutto hanno sempre dimostrato di saper reagire alle criminalità organizzate anche per la qualità complessiva della loro classe dirigente, politica professionale e imprenditoriale. E per un mondo del lavoro e dell’associazionismo che sono stati sempre un solido argine.”

Manlio Torquato ex Sindaco di Nocera Inferiore e Avvocato Penalista sostiene

“Il punto  riguarda la cultura del “luogo comune”, della semplificazione da cliché, che mortifica ogni sforzo di cambiamento, perché consolida il modo con il quale siamo percepiti dagli altri, o agli altri veniamo rappresentati. 

La trasmissione da questo punto di vista mi è sembrata carente (o forse non era quello il tipo di trasmissione adatta), perché non dice nulla dei passi avanti compiuti, della netta inversione di tendenza prevalente nella società dell’Agro, che ingiustamente, continua ad essere rappresenta per equivalente a luogo di malaffare, quando sappiamo che non è così né in sé né per relazione.

Ed intendo dire che, anche comparativamente il malaffare alligna peggio, molto peggio in altre parti della nostra provincia e della nostra Regione e più diffusamente dello stesso intero Paese, che però non riceve analoga narrazione.

È a questa equivalenza banale e distorta che dobbiamo ribellarci, di un giornalismo a volte tanto pigro quanto povero nella sua capacità di rappresentazione.”

Pasquale D’ Acunzi consigliere di opposizione di Nocera Inferiore ed imprenditore, fratello del Sindaco di Nocera Superiore in carica Gennaro D’ Acunzi, sottolinea

 “Il servizio televisivo di RAI 3 , pur con alcune verità, ha rinnovato sensazioni di ricordo, alcuni luoghi comuni, talune generalizzazioni e certo non ha svolto, a mio avviso, un buon servizio allo straordinario lavoro delle forze dell’ordine e in particolare dei carabinieri, arma che tante volte oggi ma anche fortemente nel passato, con eroi e vittime , hanno affermato la presenza dello Stato nel nostro Agro.

Se doveva promuovere l’impegno dell’Arma, a mio avviso, non lo ha svolto al meglio.

La rappresentazione scenica del servizio con il racconto e la visione di azioni di intervento di “piccola” dimensione non onora il grande impegno dell’arma anche su tematiche di grande importanza affrontate nell’ultimo quarantennio.

I giudizi del dott.Borrelli, procuratore della Repubblica di Salerno, meritano di essere attenzionati, forse ampliati (non ho capito il particolare appunto alla scuola) approfonditi e sostenuti nel dibattito civile, politico e istituzionale a tutti i livelli di responsabilità ricordando che la globalizzazione ha ancor più affermato il detto antico che ” tutto il mondo è paese” e che i confini territoriali non sono più quelli degli anni passati e che con le nuove tecnologie l’Agro è il mondo e il mondo è l’Agro con tutte le sue opportunità e tutte le sue problematicità. Con gli anni mi accorgo, sempre più, che solo alcune opportunità e potenzialità hanno una unicità territoriale, sole quelle che si ancorano alle origini del passato ma purtroppo le problematicità e le negatività sono spesso comuni a tante territorialità. “

Sentiremo altre voci del territorio e aggiungo che la scrivente aveva chiesto umilmente, proprio per dovere di cronaca, un’ intervista al collega romano Claudio Camarca che mi ha anche liquidato con supponente superficialità. 

Avrà immaginato, nella sua indagine di fantasia, che siamo tutti orrori di un territorio che lui definisce brutto?

Anna Di Vito Free lance, conosciuta con lo pseudonimo di Ripley Free. Giornalista, studi classici, comunicazione e cronaca di Inchiesta, scrittrice, addetta alla Comunicazione, esperta in giornalismo Investigativo. Autrice di opere di cronaca romanzata noir e thriller. Organizzatrice di eventi culturali. Attenta alle questioni sociali, alle minoranze, ai dimenticati delle istituzioni.

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