Di Paolo De Leo
Tralasciando le opinioni politiche che in questi 19 giorni hanno accompagnato la vicenda di Cecilia Sala, arrestata in Iran, come collega e professionista non posso che accogliere con entusiasmo la notizia del suo rilascio. Proverei la stessa gioia per qualsiasi altro giornalista o attivista che, dopo un’ingiusta detenzione, ritrova la libertà. Ho visitato varie carceri nel mondo e posso testimoniare che luoghi come Evin in Iran o Antanimora in Madagascar sono veri e propri lager, fogne prive di dignità e luce. Oggi, quindi, è davvero un bel giorno: una collega torna finalmente a casa. E al di là di ogni posizione politica o commento superficiale, credo che dovremmo esserne tutti felici.
a giornalista Cecilia Sala è stata liberata. Era detenuta in Iran, nel carcere di Evin, dal 19 dicembre. “È decollato da Teheran l’aereo che riporta a casa la giornalista – fa sapere Palazzo Chigi con un comunicato – Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia”. Sala atterrerà alle 16.15 all’aeroporto di Ciampino.
Il direttore dell’Aise, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, Giovanni Caravelli, a quanto si apprende, è andato personalmente a Teheran per prenderla. E ora è in viaggio sull’aereo che la sta riportando in Italia.
Il padre: “Orgoglioso di lei”
“Sono orgoglioso di lei”, è il primo commento di Renato Sala, papà della giornalista del Foglio e Chora media. “Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita. Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale. Se mi sente la voce rotta, non vedevo l’orizzonte. È stato un lavoro di coordinamento straordinario. Confidavo nella forza di Cecilia”.
“Le dirò – ha aggiunto – che che sono orgoglioso di lei e della capacità e la compostezza che ha avuto in questa vicenda. Nei suoi
giorni di prigionia l’ho sentita tre volte. In questo periodo ho avuto l’impressione di una partita a scacchi, ma i giocatori non erano soltanto due. A un certo punto la scacchiera si è affollata e questo ha creato forti timori in un genitore come me, che purtroppo ignora le mosse”. E ancora: “Mi ha detto ‘Papà, non piangere, è finito un incubo che è durato tantissimo tempo’. L’incubo è stato indubbiamente alleviato dalla vicinanza del Paese”.
La madre: “Sono felice”
“Sto andando a Roma, sono felicissima”. Così Elisabetta Vernoni, madre della giornalista, commenta la liberazione della figlia.
Il compagno: “È contentissima”
“”L’ho sentita, mi ha detto “ci vediamo tra poco” – ha dichiarato invece Daniele Raineri, compagno di Cecilia Sala – Era emozionata e contentissima. Le ho risposto: “Ci vediamo a Roma””.
Su X anche il commento del ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Diplomazia e lavoro di squadra: Cecilia Sala sta tornando a casa!”.
“Fortunatamente io e Antonio Tajani – ha aggiunto Renato Sala – abbiamo abitato per dodici anni a due passi l’uno dall’altro e c’è stata una frequentazione trasformata in un’amicizia. Il conforto di un’informazione, pur tutelata ma diretta e immediata, indubbiamente ha aiutato molto”.
Calabresi: “Grandissima emozione”
“Siamo molto felici. Sapevamo che il governo stava lavorando intensamente, ma non ci aspettavamo un ritorno a casa di Cecilia così veloce. Quando è arrivata la notizia a Chora c’è stata grandissima emozione, tutti hanno applaudito”. Mario Calabresi, direttore di Chora Media, la testata per cui Sala lavora ed è andata in Iran – racconta così la reazione all’annuncio del rilascio di Cecilia Sala.
“Voglio ringraziare Giorgia Meloni, Alfredo Mantovano, Antonio Tajani, l’ambasciatrice italiana a Teheran e tutti gli apparati dello Stato italiano per l’eccezionale lavoro che hanno fatto”, dichiara Calabresi.
La fotografa iraniana
“Sono al settimo cielo nel sapere Cecilia libera, è una grandissima gioia. Sono contenta per lei e la sua famiglia. Sono dispiaciuta per ciò che le è accaduto e spero che non succeda mai più”. Così Maryam Rahmanian, la fotografa iraniana che ha lavorato con Cecilia Sala negli ultimi reportage a Teheran, commenta la liberazione della giornalista italiana.
Nordio a Chigi
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio a Palazzo Chigi. In un primo momento si era parlato del suo arrivo per la questione del rilascio di Mohammaed Abedini, l’ingegnere iraniano bloccato in Italia lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti. Ma il ministro ha poi smentito.
Il lavoro diplomatico
Nelle ultime ore c’è stata un’accelerazione improvvisa grazie a un lavoro diplomatico svolto dall’Italia, anche con la collaborazione degli Stati Uniti. Ieri Cecilia aveva chiamato casa, informando che le sue condizioni di detenzione erano migliorate: aveva avuto un letto e le erano arrivati i due pacchi consegnati dall’ambasciata. Poi nella notte la scarcerazione e l’espulsione. A dare la notizia ai genitori di Cecilia è stata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che da una settimana aveva preso in mano il dossier.
La premier ha espresso “gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi”. L’arrivo della collega a Ciampino è previsto per le ore 16:15.La stampa italiana commossa dai questa accelerazione voluta da entrambi i governi coinvolti. Ottimo risultato raggiunto dal Governo.